“Frammenti” batte il primo ciak: il 29 aprile nei luoghi di “Ladri di biciclette”. Sul set anche l’attore bambino del film di De Sica

Al via le riprese del primo lungometraggio italiano girato interamente con una scuola. Si comincia tra via Scarpanto e via del Gran Paradiso davanti alla palazzina dove il grande regista simbolo del Neorealismo girò la sua pellicola più conosciuta. Sarà presente Enzo Staiola,  il piccolo Bruno Ricci nel film del 1948.  Passeranno per un saluto istituzionale il dottor Giuseppe Pierro della “direzione generale per lo studente” del Miur e un rappresentante del Mibac

Entra nel vivo il progetto “SA.RÀ. un film” con l’inizio delle riprese di “Frammenti” lunedì 29 aprile. Il primo ciak verrà battuto in un luogo simbolo di “Ladri di biciclette”, tra via Scarpanto e via del Gran Paradiso, dove si trova la targa dedicata alla famosa pellicola  e a Vittorio De Sica. I giovani registi, Sebastian Alexandre, Claudia Bonsangue, Giorgio Leopardi, Caterina Peta, Simone Scardovi, Gabriele Teti si alterneranno alla macchina da presa con la supervisione di Paolo Bianchini di Alveare Cinema. Sul set ci sarà anche Enzo Staiola, il bambino Bruno Ricci nel film “manifesto” del Neorealismo. Passeranno, per un saluto istituzionale, il dottor Giuseppe Pierro della “direzione generale per lo studente” del Miur e un rappresentante del Mibac.

Dopo la fase di scrittura della sceneggiatura, guidati da Alessandro Rossetti dell’Associazione nazionale autori cinematografici (ANAC), ora i ragazzi e le ragazze del Liceo professionale di Via Sarandì al Tufello, impegnati nel programma di “Alternanza Scuola Lavoro”, stanno lavorando, divisi in gruppi, alle altre fasi della realizzazione. Sono infatti partiti i laboratori di scenografia e costumi, mentre quelli di montaggio, suono, missaggio e color correction verranno avviati nelle prossime settimane. Intanto la troupe al completo gira il quartiere per i sopralluoghi. I provini, durati un mese e mezzo, hanno coinvolto oltre 100 persone. Il cast è stato infine definito e comprende 14 attrici e attori. «Non ci sono nomi noti – dichiara Paola Rota della produzione – per sottolineare l’intento del progetto e puntare i riflettori su persone “normali”, nella finzione come nella realtà»

Un discorso a parte va fatto per il sottotitolaggio che verrà realizzato dagli studenti e dalle studentesse del liceo “Ninnì Cassarà” di Palermo che si occuperanno di tradurre il film in un primo momento in inglese e poi nelle altre lingue che studiano a scuola, con particolare attenzione alle categorie sensibili: per i non udenti attraverso la lingua italiana dei segni (LIS ) e per i non vedenti con la creazione di una audio guida.

“SArandi CassaRÀ un film” nasce nell’ambito di un bando congiunto Miur Mibac ed ha come partner ANAC e Alveare per il sociale, oltre al patrocinio di Roma Capitale municipio III. Si tratta del primo film italiano realizzato con una scuola grazie alla legge 220 del 2016 sull’audiovisivo, un esperimento unico, la creazione di un lungometraggio con i finanziamenti per la formazione.  Stanno sposando il progetto molti personaggi del Cinema, dello spettacolo e della cultura che, oltre a promuovere l’iniziativa, porteranno la loro esperienza e la loro testimonianza agli studenti. Ha già aderito, fin dalla fase della progettazione, il pluripremiato direttore della fotografia Luca Bigazzi, seguito poi dall’attore e doppiatore Francesco Pannofino e dal cantautore Luca Barbarossa. In particolare quest’ultimo ha deciso di donare la sua canzone “Roma è de tutti” al film.

«Un film innovativo e affascinante che parla con il cuore di Roma – commenta Paolo Masini, presidente di “Romabpa Mamma Roma e i suoi figli migliori” – Per questo abbiamo proposto a Barbarossa, Pannofino e Staiola di far parte del progetto. Roma ha bisogno di questo. Passione e amore. Se a metterceli sono gli studenti diventa un progetto che ha il sapore di futuro».

Il titolo, “Frammenti”, « è inteso come incontro tra più menti, ma anche come pezzi dell’affresco di un quartiere», precisa Paolo Bianchini. Sarà un lungometraggio fatto di storie che si sfiorano e, in alcuni casi, intrecciano per poi “sciogliersi” in un unico gran finale. «Un ritratto di vari personaggi che vivono in questa periferia e la animano», racconta Giorgio Leopardi. «Figure di invisibili  che, rispetto ai Vip di cui tanto sentiamo parlare, hanno in realtà molto di interessante da mostrare», aggiunge Gabriele Teti. Si parte da qui, dalle persone che ogni giorno incontriamo in autobus, per strada, al bar e si va ancora più a fondo, nei luoghi ghetto, dove si realizza l’esistenza di chi viene relegato ai confini della città, chiuso negli stereotipi: “zingari” e “barboni” su tutti. «Abbiamo deciso di dividere la storia in puntate e poi abbiamo intrecciato man mano le storie per dare un senso compiuto al film», riflette Sebastian Alexandre. Un altro tema affrontato è quello «di mondi diversi che si incontrano», spiega Simone Scardovi. Luoghi comuni che vengono scardinati: «Si può partire con qualche pregiudizio ma quando poi ti ritrovi le cose davanti semplici e reali i muri crollano», interviene Claudia Bonsangue.  Pianeti distanti sono a volte anche adulti e ragazzi, ma l’incomunicabilità, secondo Caterina Peta, si può risolvere «con la riflessione e l’auto critica,  perché quando si litiga ognuno pensa di avere ragione, ma poi riflettendo e scegliendo le parole si può arrivare a una conclusione pacifica».

Iniziativa realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso dal MIUR e dal MIBAC

Foto in copertina di Alessandro Pontillo

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